Vorrei proseguire le mie riflessioni incentrando l’attenzione sulla scuola. Sono un’insegnante di sostegno già da diversi anni, ormai, e conosco la scuola, le sue difficoltà ed i suoi limiti ma anche i suoi meriti. Il ruolo che la scuola riveste nella società odierna rappresenta un tema di discussione affrontato oggigiorno a più livelli, più o meno formali, e molto dibattuto anche dai mezzi di informazione: mi piacerebbe che anche questo blog potesse portare un umile contributo!
La nostra è una società democratica che trova le regole di convivenza che la caratterizzano nella Costituzione della Repubblica. Grazie ad essa si riconoscono a ciascun cittadino gli stessi diritti e gli stessi doveri, ma soprattutto è opinione comune che ciascuno possegga caratteristiche assolutamente individuali che lo rendono unico e che devono essere salvaguardate per potergli consentire di vivere una vita di qualità e poter partecipare attivamente alla vita sociale del paese.
Ebbene è la scuola, inserita in questo contesto, che riceve il compito dalla società civile di porre le basi affinché tutto ciò sia davvero possibile per tutti: per le bambine e i bambini svantaggiati, per le bambine e i bambini stranieri, per chi si trova in situazione di handicap.
Se la scuola, dunque, vuole davvero essere la scuola di tutti, che consenta ad ogni alunno di essere rispettato nelle sue caratteristiche fondamentali, nelle sue difficoltà ma anche nei suoi “sa fare”, deve mettersi in discussione. Prima di tutto, dunque, sono gli insegnanti che devono raccogliere la sfida che gli arriva da questa nostra società così complessa ed essere professionisti veri, capaci di pianificare l’attività scolastica in modo che alunni ed insegnanti possano vivere esperienze significative, piacevoli e, a mio avviso, anche divertenti che, tuttavia, non disattendano l’insegnamento-apprendimento: la scuola deve diventare laboratorio.
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